mercoledì 8 marzo 2017

Eravamo diversi come due gocce d'acqua

Non riesco a capirne il motivo ma TERRA mi ricorda il mare delle isole Azzorre, anche se, ovviamente, alle Azzorre non ci ho mai messo piede perché sempre ovviamente ci sono due tipi di viaggi spazio-temporali in cui mi dissolvo felice, quelli dei profumi e quelli delle canzoni, e devo dire che il signor Brondi, negli ultimi dieci anni, mi ha checkinato e spedito parecchie volte in una moltitudine di luoghi che alla fine non hanno fatto altro che riportarmi a me stesso, per cui sento di dirgli ancora una volta un grazie sincero, ed è un grazie di uno che si mette le cuffie e chiude gli occhi e non pensa ad altro se non all’evocazione di stati, luoghi ed esseri umani generati dalla musica, e così, devo dirvi, che oltre alle Azzorre dentro TERRA c’è anche una stazione bus da qualche parte a Bologna dove ogni notte i pullman di una ditta pugliese giungono carichi di passeggeri meridionali emigrati al nord che tornano a casa, in questa stazione, che di inverno è immersa in un gelo tremendo, le persone vengono poi smistate su degli altri autobus in base alle loro destinazioni, e se ti capita di essere lì nel momento di scarico e carico in mezzo ad un esercito di valigie, sentirai dialetti danzanti che mettono in contatto i padri con le madri, i fidanzati con le fidanzate, i nipoti con le nonne, tra un mi manchi ed un è ancora lunga, tra un non vedo l’ora di riabbracciarti ed un copriti che fa freddo, si alza silenziosa quella necessità maschile di trovare un approdo sicuro nel proprio corrispettivo femminile, dalla tetta della mamma alla mano della figlia sul capezzale. Nelle sconnessioni di Brondi ci sono cose del genere, ed io, onestamente, non voglio affatto rinunciare a vedere il mondo filtrato dalla sua sensibilità.

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