sabato 28 gennaio 2017

Skin

Il curriculum attoriale di Jordana Spiro è così, ecco, sì, insomma, cioè, diciamo: imbarazzante. Questa tizia americana nata nel ’77 a Manhattan ha recitato in uno stuolo di serie televisive di basso rango che visto un tale lignaggio faccio fatica ad elencare, ma stoicamente ci provo: Buffy, CSI e Dexter, mentre per il grande schermo ha preso parte in ruoli minori a filmetti che forse non hanno avuto nemmeno una distribuzione nostrana, il che è tutto dire. Dunque è innegabile che sul versante interpretativo la Spiro abbia abbracciato prodotti commerciali che qui non troveranno mai asilo, ora, fatta questa constatazione sarebbe bello rovesciare l’evidenza asserendo che la regista dentro di sé, là dove dovrebbe albergare la coscienza artistica di ogni essere umano che decide di fare cinema, possegga una piccola nicchia di resistenza atta a fronteggiare il mondo di deiezioni con cui si è presumibilmente arricchita. Ahimè (nessun ahi, chissenefrega in fondo!) non si può dire nulla di ciò, quello che invece è lecito affermare è che Skin (2012), pur essendo un corto radente il nulla, è sicuramente meno nullità rispetto ad un qualsiasi Beverly Hills, 90210 (altra deplorevole tappa della Spiro).

Il salvabile risiede in una generale attenzione formale. Con un mood da tipico cinema pseudo-indie americano proposto puntualmente al Sundance, Skin ci narra nel breve spazio che si ritaglia di un’alterità a stelle e strisce lontana dalla bellezza plastificata di Hollywood, il ragazzino protagonista ha infatti la presenza scenica di un suo coetaneo uscito da Ratcatcher (1999) o da qualche film di Dumont, una faccia su cui si legge una storia quindi, la celeberrima foratura dello schermo (più o meno). Ma di certo non può esserci solo il casting in un film, e l’apporto della Spiro, a parte una suggestiva inquadratura fluviale, non pare riscontrarsi marcatamente in altri ambiti. Sì, il centro del corto sarebbe un’altra variazione sul tema dell’Eros vs. Thanatos, tuttavia la concretizzazione si dà in uno schema talmente intelligibile che non mi va nemmeno di riparlarne. 
Ricapitolando: zzz zzz.

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