mercoledì 4 settembre 2013

Flatworld

Corto animato prodotto dalla BBC nel 1997 che potremmo definire, così per darci un tono, “pionieristico”. Perché il lavoro di Daniel Greaves, già vincitore di un Oscar con Manipulation (1991), e di tutto il suo staff è mirato a far convivere due tecniche di realizzazione che corrispondono al passato e al presente (nostri) dell’animazione: 2D e 3D, la rappresentazione classica in compresenza a quella digitale per un incontro che sa andare oltre la storiella di facciata e delinearsi quindi nell’istantanea di un passaggio epocale, la zona franca tra la matita ed il computer. Al risultato complessivo non mancano dei nei probabilmente accentuati dal nostro occhio ormai abituato alle meraviglie pixariane e compagnia cantante, ad ogni modo al pari di Quando soffia il vento (1986), altro film in cui si tenta un esperimento simile con esiti non meno rudimentali, le imperfezioni grafiche slittano in secondo piano visto che il bersaglio viene colpito proprio al centro per quanto riguarda tutte quelle componenti che fanno di un cartone il punto di incontro fra: trovate divertenti, alcune sottili (la gomma per farsi la barba!) e altre che si “consumano” più in fretta, e sviluppo di un’idea (la città fatta di carta) dalla quale si diramano molteplici gag che potrebbero andare avanti anche per più di mezz’ora (ad esempio il fatto che le cose e i personaggi siano privi di spessore è un tormentone che non stufa).

A fronte della (non prendetela come un’accusa) schematica e (idem) infantile contrapposizione fra i personaggi, e ciò non riguarda solo il gruppo di buoni versus il ladro ma anche il pesce contro il gatto che porta quasi obbligatoriamente ad una prevedibile solidarietà reciproca per sconfiggere il nemico, il regista impianta un corpo di discussione come la televisione che gli permette A: di dare sfogo alla propria creatività utilizzando un telecomando come chiave per illustrare infiniti mondi, tutti bidimensionali, d’altronde la tv non brilla per consistenza, e B: di suggerire dopo i vari inseguimenti, ribaltamenti, sconvolgimenti (si esagera un po’, dài) che l’unica e ultima soluzione è quella di prendere il televisore, di accartocciarlo (a Flatworld si può), gettarlo giù dalla finestra e partire per una bella vacanza.

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